Iniziamo oggi una nuova rubrica aziendale in cui i protagonisti saranno proprio i Kirater che avranno la possibilità di dare voce ad argomenti di interesse per tutto il Kirateam con l’obiettivo di condividere informazioni ed esperienze importanti.
Ricordiamo infatti che le persone di Kiratech sono l’elemento portante per l’effettiva concretizzazione della Mission e della Vision aziendali.
Con queste “pillole” si vuole dare ai Kirater l’opportunità di raccontare il proprio punto di vista su alcune tematiche che coinvolgono la vita aziendale e la soddisfazione personale.
Oggi nello specifico parleremo di Smart Working e della relativa possibilità, quindi, di svolgere l’attività lavorativa in parte da casa e in parte dall’ufficio.
E’ bene ricordare che Kiratech adotta da anni e con ottimi risultati per una buona parte dei propri collaboratori, un modello aziendale basato sullo smart working e il telelavoro, ancora poco diffuso in Italia e che ha preso piede in modo più organico dopo l’avvento della Pandemia. Tale paradigma aziendale ci permette, grazie all’uso della tecnologia, di attuare un modello lavorativo agile e flessibile.
Gli strumenti digitali acconsentono infatti di svolgere da casa, o da altro luogo, esattamente le stesse attività che si svolgerebbero in ufficio.
Per approfondire questo tema, abbiamo intervistato Michele Ferrari, Accounting Manager di Kiratech.
Michele fa parte del Team Amministrazione & Backoffice dal 2017 e dopo aver adottato lo smart working al 100% nel periodo della pandemia, oggi utilizza questo modello di lavoro al 50%
Gli chiediamo quindi di fornirci il suo punto di vista su come questo approccio abbia impattato sulla sua vita lavorativa e non.
Michele, quali sono state le opportunità che hai colto ed eventuali difficoltà incontrate adottando la modalità di lavoro smart working?
L’opportunità maggiore che ho colto è quella di ridurre notevolmente gli spostamenti: per recarmi in ufficio faccio in media 70 Km al gg. Il tempo/opportunità di non avere questi spostamenti mi consente un po' più di serenità, per non parlare dell’impatto ambientale che si riduce notevolmente. La mattina trascorro inoltre maggior tempo di qualità con mia moglie e le mie bambine prima di portarle all’asilo; i ritmi sono più tranquilli, e questo fa bene anche a loro, dato che i bambini piccoli hanno bisogno di tempi lenti.
Vi è un altro aspetto che, nonostante sia stato inizialmente una difficoltà, si è trasformato poi in un’opportunità: quello della socialità. Quando abbiamo iniziato a lavorare in Smart Working con l’arrivo improvviso del Covid il mio team ne ha un po' risentito sotto questo punto di vista, perché eravamo abituati ad essere tutti i giorni insieme in ufficio. Il team in cui lavoro (backoffice e amministrativo) è però molto affiatato, quindi, si è cercato di mantenere sempre una componente sociale anche nel lavoro da remoto, in modo tale da non alienarci troppo. L’opportunità che ne è scaturita è che tutto ciò non ha fatto altro che accrescere la nostra conoscenza, anche emotiva, e quindi la nostra voglia di vederci e di stare insieme quando siamo in ufficio.
Qual è l’aspetto che preferisci del lavorare da casa?
Apprezzo molto la migliore gestione dei tempi. Seguendo più attività, quando sono a casa da solo in pausa pranzo o la mattina riesco a fare delle attività che altrimenti dovrei fare in ore scomode della sera. Ad esempio, in pausa pranzo, dopo aver pranzato, trovo giovamento a fare due passi nel paese in cui abito, che è fortunatamente immerso nella natura.
Ci sono dei momenti che ritieni particolarmente importanti in una tua giornata tipo di lavoro da casa?
Attribuisco molto valore alle mattinate in cui facciamo delle call di allineamento; sono momenti di relazione che, come facciamo in ufficio, cerchiamo di mantenere anche lavorando da casa.
Come sono cambiate le dinamiche relazionali da quando hai adottato la modalità di lavoro smart working?
Il lavoro da casa ci ha permesso forse di conoscerci ancora meglio. Siamo un team molto affiatato e, da quando lavoriamo in smart working, sicuramente più empatico. Questo ci permette di lavorare sereni anche senza vederci in faccia. Il lavoro da casa ci ha inoltre indotto ad andare oltre i messaggi scritti in chat per capire meglio l’umore o lo stato d’animo della persona con cui stiamo interloquendo, al fine di migliorare la comunicazione tra colleghi.
Quali ritieni che siano gli elementi che rendono lo smart working efficace?
Da quando siamo stati dotati di PC portatili per noi è stato un vero e proprio “salto quantico”. L’utilizzo di Teams poi, sia per lo strumento della chat, ma nel nostro caso soprattutto per la gestione del centralino, è stato anche questo determinante nel migliorare l’efficacia e la qualità del nostro lavoro.
Ritengo inoltre che, nonostante l’effort sia stato importante, anche l’organizzazione dei documenti digitali attraverso SharePoint sia stato facilitante rispetto all’utilizzo del file server.